Ines Muggia: “Prendevo un bollino in più per lo zucchero”
Il lavoro volontario
Lavorando come una macchina, non vedevo neanche il sole, dopo a casa mi aspettava tutto: il lavoro da casalinga, da sarta, che cucivo… ho fatto anche da muratore, con mio marito, avevo le braccia lunghe dal portare materiali! Tanto lavoro signora! Io ero sempre arrabbiata, scontenta… Era cambiato tutto: è andata a remengo l’Italia, è andato a remengo tutto, è andato a remengo anche il lavoro a mano che era il mio. C’erano le macchine che buttavano fuori le sigarette già pronte e belle. Noi dovevamo prenderle su un raccoglitore, metterle nelle scatoline, prenderle giuste: dieci alla volta, perché dovevano stare 20 sigarette nella scatola, no? Allora dieci subito, poi metti una piccola striscia di carta interna, e le seconde dieci, bisognava metterle giuste, con la marca sopra, che si vedano tutte.