Laureando: Marko Zotić
Relatore: Ermenegilda Manganaro
Controrelatore: Donata Degrassi
Facoltà/Dipartimento: Dipartimento di Studi Umanistici
Corso di studio: Studi storici dal Medioevo all’Età contemporanea
Anno Accademico: 2011

Abstract
La tesi analizza il pensiero politico dell’irredentista istriano Tomaso Luciani (Albona, 1818 – Venezia, 1894). Dall’analisi puntuale delle opere più importanti, si evidenziano con procedura problematica, i nodi centrali delle sue argomentazioni politiche (ruolo centrale di Venezia nello stabilire l’identità italiana dell’Istria, confine naturale, ruolo degli slavi, ruolo del medioevo, ecc.), e le metodologie storico-storiografiche utilizzate dall’autore. Si vedrà che tutti questi argomenti hanno sempre un fine politico, in quanto l’autore si impegna completamente nel Risorgimento italiano, con lo scopo di completare, con l’annessione dell’Istria, l’Unità d’Italia. Si vedrà pure che queste argomentazioni ritorneranno anche in autori jugoslavi sia poco successivi a Luciani, che in quelli di metà Novecento, a dimostrazione che un certo modo di strumentalizzare la storia non è una prerogativa Ottocentesca etnocentrica, come affermato dallo storico Bertoša. Dopo l’introduzione, viene esposto nel primo capitolo ciò che lo storico Banti chiama “canone risorgimentale”. Lo scopo è di far risaltare le caratteristiche comuni degli uomini del risorgimento. Esse poi verranno riscontrate anche in Luciani, dimostrando che l’autore rientra in questa corrente. Dopodiché inizia la biografia del patriota istriano, seguita dal capitolo più importante della tesi, quello sul pensiero politico. In questo capitolo (il secondo) si analizzano i nodi centrali del suo pensiero seguendo un percorso problematico-temporale. Si seguono rigorosamente e si commentano le opere e le corrispondenze più importanti (alcune inedite) in base al tema e ai suoi sviluppi temporali. Si evidenziano così le linee di continuità, le soluzioni prevedibili da lui adottate (ad esempio il ruolo di Venezia), ma anche le parti originali ed autonome (ad esempio il suo concetto di confine naturale e non nazionale, oppure l’istrianità degli slavi, ecc.) . Nel terzo capitolo si analizzano le posizioni jugoslave nel tentativo opposto agli irredentisti italiani, ovvero quello di annettere l’Istria e Trieste in Jugoslavia. Si vedrà che fino a metà Novecento, le argomentazioni lucianiane (confine naturale, ruolo di Venezia e ruolo degli slavi nella Venezia-Giulia) verranno riproposte dai pensatori jugoslavi, ridimensionando così il giudizio di Bertoša. Nel quarto capitolo si tirano le somme della tesi con le considerazioni finali. Successivamente in appendice, si approfondirà il concetto di “irredentismo istriano” con il fine di dare un migliore inquadramento storico al tema.