“Se il trattamento antimalarico nell’Istria meridionale ha avuto questa fine ne va attribuita la causa a quegli istigatori e sobillatori politici che sono i parroci ed i maestri di campagna, non pochi dei quali oltre ad essersi mostrati indifferenti e contrari all’azione antimalarica, hanno cercato di muovere guerra spietata portando in campo la questione nazionale. A quelli aggiungiamo inoltre, e diciamolo pur francamente, la imperfetta ed insufficiente vigilanza sanitaria da parte del medico esposto in alcune zone dell’agro di Pola, dove la popolazione neppure conosceva il medico di epidemia. Gli opuscoli male si prestano all’educazione dei nostri villici incolti, quando manca la propaganda di fatto, quando non si cerca affatto di persuadere almeno quei contadini che sono i più accessibili. Anche con la creazione degli ambulatori si è cercato il comodo del medico, ma si è ottenuto l’effetto contrario allo scopo prefissosi: l’astensione della popolazione dalla cura”.

(Critica di Mauro Gioseffi all’indolenza e alla refrattarietà dimostrate dalla popolazione verso la campagna antimalarica del 1905 nell’agro polese, che assunsero talvolta connotazioni nazionali portando alla soppressione della stessa)