Da “Il Giornaletto di Pola”, maggio 1910
Ma se tutti comprendiamo l’alta importanza morale di questo avvenimento, tutti dobbiamo anche comprendere che esso ne implica per l’avvenire una grande responsabilità: responsabilità d’un lavoro sempre più intenso e tenace, e alla quale sottrarci vorrebbe dir rinnegare la vittoria presente: vittoria strappata all’ignaria e all’ostacolo meravigliosamente, e per cui, oggi come oggi, siamo se non altro degli uomini di buona volontà.
Maggio ride per il verde che è profuso in ogni angolo della nostra campagna e dei nostri cuori: e benedette le feste degli uomini che coincidono con quelle della natura! Non per brutali lotte settarie, né per chiesastiche contemplazioni maggio per noi è venuto: sì bene per la festa dei nostri spiriti.
Maggio è più bello e fecondo, se è anche maggio di cuori, e i canti augurali nella sua prima giornata sono canti di polle.
Svaria oggi la città designata per le molte bandiere fiammanti che ogni sua casa è disnodato contro il sole: le vie già tacite percorre una folla proteiforme per fogge primaverili e festante: e ai vecchi palazzi che alla città dànno un senso di nostalgico rimpianto, ànno fremiti per i muri scrostati, ma adorni di finestre bifore tra cui occhieggiano rossi occhi di garofani, ma adorni del veneto leone alato.
E il nostro è il giubilo, oggi, d’una gran famiglia che vede nell’opera compiuta una nuova espressione, un nuovo elemento dell’attesa di cui sempre muore e sempre vive. Fratelli istriani, popolo di sole, ciò che abbiamo fatto è buono: Sursum corda! Oggi per tutti noi è giorno di solennità: una vittoria per cui potremmo esser degni del nostro giorno settimo!
Renato Rinaldi
[“Il Giornaletto di Pola”, Pola 1 maggio 1910, p. 1]