Dell’acqua, e del suo territorio
Intorno al primo pozzo, ch’è detto pozzo nuovo, si vede l’arma della comunità di Città nuova, 1507 con lettere C. E. e l’arma del podestà Alvise Civrano. Il secondo è il Vergel con alcune pile, che io credo siano state sepolture. Il terzo Carpignan, ch’è l’acqua migliore di tutti gli altri.
Avanti di questo vi è un lago antico d’acque piovane assai largo, e profondo, che serve per il bever degli animali qual talvolta è stato cavato dalla comunità con molta spesa per il bisogno della città. Tutte le altre acque che vengono dal cielo, o son bevute dalla terra, ovvero scorrono in alcune foibe sparse in queste campagne.
Il territorio suo è assai piano, sebbene composto di colline, che insieme si vanno incatenando, ed aprono ora spaziose campagne, ed ora in grandi e piccoli boschi e sterpi massime al presente, che la maggior parte è incolta per la mancanza di abitatori, e quei pochi che sono, sono poveri e assai miseri ed infingardi, onde non possono supplire a tanti terreni, li quali una volta erano di cinquanta cittadini, ed ora sono di dieci, ovvero dodici. Tutta la campagna si vede incolta ed in tutto quel territorio che si estende per miglia sette, in otto, e nove, e di larghezza tre, non vi sono altro che dieci stanzioni, cioè case di contadini che lavorano la terra.
Il terreno è rosso come creta ferace, e patisce per esser cretoso, la siccità è però tale che li poveri contadini gettano via le loro fatiche nelli grani, formento, segale orzi, pira, biave; del resto molto ricco d’olivari, ai quali è accomodato questo terreno per li venti di siroco, che qui regnano. A questi applicano l’animo essendo essi olivi di molta durata, e di poca spesa, poichè li arano intorno una volta nel marzo, e poi li zappano, e li curano, aumento di questi si sono lasciate andar di male le vigne, che nei luoghi poste vi erano intorno, per le quali vi ha molta fatica, e spesa, poichè devesi bruscar, e legarle, vi arano intorno, e nel maggio le zappano, e nel zugno le occano (così chiamano il curarle da nuovo dell’erba ). […]
Libro terzo, Capitolo VIII. Dell’acqua, e del suo territorio. [pp. 203-204]