Estratto da “Pagine Istriane”, Capodistria, 1910
L’idea dell’esposizione venuta ad un’accolta di cittadini istriani fu parecchio ventilata e si ebbe infine l’approvazione generale.
Ed infatti perchè non usare di un mezzo eminentemente moderno di farsi conoscere e di apprendere ad un tempo, quali fummo, quali siamo e quali possiamo divenire, fermamente decisi di approfittare dei grandi progressi industriali ed economici fatti dai diversi paesi, dalle diverse province, che s’incamminano per la via del loro miglioramento materiale e morale, ch’è la meta dell’umano pensiero?
Fervet opus. Si lavora alacremente d’ogni parte e qui ancora a preparare in modo conveniente i locali che racchiuderanno le varie mostre della nostra esposizione.
Come abbiamo accennato nelle brevi parole rivolte ai nostri lettori nel primo numero dell’annata, a suo tempo ci occuperemo in particolare, di ciò che ci offrirà la nostra mostra.
Intanto certi di far cosa gradita ai nostri abbonati, presentiamo loro l’arco trionfale che servirà d’ingresso ai locali dell’Esposizione, ideato dall’ing. Renato Nobile, e i due padiglioni per lo sport e per la mostra marittima disegnati dall’ing. comunale Salvatore Bones.
L’esposizione occuperà la piazza del Brolo, la piazzetta S. Giacomo, le soppresse chiese di S. Giacomo, di San Francesco colla rispettiva piazza, di S. Chiara cogli annessi spaziosi locali e cortili, che furono un tempo convento, poi caserma militare, si estenderà quindi dalla piazza del Brolo al Campo dei Cappuccini, fra la Via Combi e la Via Eugenia.
La Direzione
[“Pagine Istriane”, a. VIII, n. 2-3, Capodistria 1910, pp. 65-66]