L’idea non è mia. Fu già del Kandler. […] Io l’ò infatti accolta di buona voglia e mi propongo con fermezza di attuarla, come potrò – se quanti sentono amore delle patrie cose vorranno aiutarmi. Ai quali se bisogna, fo qui di assistermi calda preghiera – e specie ai maggiorenti dei luoghi, perchè eccitino a loro volta l’uno e l’altro ch’essi sappiano uomo di buona volontà. Che se non credessero di prendersi o non potessero, la briga maggiore del copiare le iscrizioni, sarei pure contento quando solamente m’informassero se nella loro città o nella borgata iscrizioni dei tempi veneti ci fossero – la riguardino o no – e quante e in che sito collocate, e se per avventura ne sieno fuori della città o borgata loro, le quali in qualche modo, se finalmente di tali ne sieno o manoscritte o pubblicate già per le stampe. E di queste ultime basterebbe m’indicassero dove sieno stampate, perchè niuna me ne sfugga, e correggessero qualche errore eventuale. Ma le altre assai meglio farebbero a trascriverle tutte – ricordino fatti pubblici o privati, profani o chiesastici, guerreschi o di pace, tutte, anche le più insignificanti, forse insignificanti solo in apparenza. E dove la accompagnassero di qualche notizia o notizietta illustrativa, accrescerebbero di molto il valore dell’opera loro. Chè io quello che posso fare per ora – ed ho già in parte fatto – è di trascrivere le già pubblicate e quelle inedite che trovansi nei luoghi più vicini. Ma per viaggiare tutta la provincia – e ne avrei desiderio – mi manca di presente e tempo e denaro. Un giro breve procurerò tuttavia di fare anche così. […]
Nel distribuire codeste iscrizioni seguirei l’ordine alfabetico per città e borgate, dentro a ciascun luogo l’ordine cronologico. In fondo porrei quelle ch’eventualmente si trovino fuori della provincia, ma in uno od altro modo narrino di lei. Ciascuna correderei d’un breve commento, dicendo se sia edita e da chi e quando o inedita o manoscritta, dove sia collocata, quali i caratteri, quali dimensioni essi abbiano e la pietra, di questa se sia ornata di fregi o accompagnata da stemmi o emblemi altri – chè disegnarli mal saprei e riuscirebbe per esse forse più difficile la pubblicazione dell’Albo –, accennerei il fatto o il personaggio ricordato ed altre brevi notizie aggiungerei insomma che potessi trovare da me o mi favorisse altri. Documenti inediti o rari o notizie più lunghe porrei in fine in un’Appendice.
[Giuseppe Vatova, Albo epigrafico istriano dei tempi veneti, in “La Provincia dell’Istria”, a. XIX, n. 13, Capodistria, 1 luglio 1885, pp. 103-104]