Il popolo dell’Istria chiamato per le sovrane concessioni cogli altri popoli della Monarchia alla vita politica, nell’elezione dei Deputati per la Dieta provinciale si è manifestato a coloro che nol conoscevano in modo di conciliarsi la stima di chi ama la libertà e il progresso, da rendere frementi quelli che nel governo assoluto trovano il palladio della felicità delle nazioni e da far augurar bene dei futuri destini della provincia.

I nomi usciti dal suffragio popolare attestano qualmente con matura assennatezza e meraviglioso accordo gli Istriani vollero far cadere la scelta su persone emergenti per intelligenza, onoratezza e patriottismo. Bella schiera la quale onora il popolo che la compose, e mostra lui fornito di cittadine virtù e saggezza e coltura; bella schiera che saprà degnamente corrispondere alla fiducia ed alle aspettative della patria. Non sappiamo se altra provincia ha più ragioni dell’Istria di gioire del beneficio accordato d’avere una propria rappresentanza politica, una Dieta incaricata con estesi poteri della pubblica amministrazione del paese. […]

L’apertura della Dieta ne apparisce quale alba foriera di quest’êra novella; e tutti gl’Istriani la salutano esultanti e fiduciosi. Ed io, cui l’amore di patria fruttò il dolore di dover vivere fuori de’ suoi confini, unisco la mia voce a quella de’ miei comprovinciali, e divido seco loro la letizia e le speranze.

La Dieta provinciale è chiamata a rigenerare la patria; essa saprà mostrare, che ove ne siano comprese le condizioni e sappiasi tra partito da molteplici suoi buoni elementi, si possa fare ben altro che sinora non fu fatto; si possa cioè non solo rilevarla dalla presente miseria, ma avviarla a duratura floridezza.

[C. De Franceschi, Le elezioni per la Dieta provinciale dell’Istria, in “Gazzetta di Fiume”, a. I, n. 87, Fiume 4 aprile 1861, pp. 210-211]