Le “Note storiche” sull’Istria di Carlo De Franceschi
Stefano Console prete da Pinguente, resosi protestante e presa moglie, fuggì nella Carniola; colà riparò pure Giorgio Iuricich prete da Castua, dopo ammogliatosi, poichè essendo soggetto al vescovo di Pola, ei sapeva che questi, se anche non poteva colpirlo colla santa Inquisizione, perchè suddito austriaco, pure non mancavangli mezzi di perseguitarlo col braccio secolare. Vediamo difatti che nel 1579 il vescovo di Pola, Claudio Sozomeno, ricercava dall’arciduca Carlo l’arresto dei predicatori protestanti, i quali venissero colti sulle terre della sua diocesi poste nella contea d’Istria; e nell’anno stesso il capitanio di Fiume Leonardo Attemis ebbe ordine di carcerare i predicatori protestanti dell’Istria e del Carso.
Nella contea di Pisino il protestantismo non faceva progressi come nella vicina Carniola, e le conversioni erano isolate, o forse per prudenza più occulte, perchè qui, siccome in provincia piccola e lontana, il governo arciducale operava con meno riguardi, e puniva col bando ed altre pene chi facesse pubblica professione di quella fede.
[Carlo De Franceschi, L’Istria. Note storiche, Parenzo 1879, pp. 293-294]