Arrigo Serpieri

Arrigo Serpieri

Giacomo Acerbo

Giacomo Acerbo

Domenica 5 novembre 1933 alla presenza del ministro dell’Agricoltura e delle Foreste, Giacomo Acerbo, e del sottosegretario per la Bonifica Integrale, Arrigo Serpieri, fu inaugurato ufficialmente l’acquedotto. I due alti rappresentanti giunsero a Trieste con il direttissimo da Roma ed erano attesi dalle massime autorità della Venezia Giulia. A Pinguente furono accompagnati dal sen. Cesare Mori, presidente del Consorzio di trasformazione fondiaria dell’Istria; a fare gli onori di casa vi erano: il prof. ing. Giuseppe Muzi, il comm. col. Caravadossi, il podestà di Pinguente Patelli e il segretario politico Medizza. La banda del Dopolavoro di Pinguente intonò la Marcia Reale e Giovinezza, il plotone d’onore di Camicie nere presentò le armi, le scolaresche convenute agitarono invece un gran numero di tricolori. Massiccia fu la partecipazione delle autorità politiche e militari della provincia nonché dei professionisti che a vario titolo contribuirono alla realizzazione dell’acquedotto.

Presero parte alla manifestazione solenne: il sen. Chersi, l’on. Maracchi, l’on. Bilucaglia, podestà di Pola, i Presidi della provincia dell’Istria, conte Lazzarini, e di Trieste, avv. Pieri, il questore di Pola, S.E. Cipolla, primo presidente della Corte d’Appello di Trieste, il comm. Alicata, ispettore superiore del Genio civile del Ministero dei Lavori Pubblici, il comm. Ronchi, ispettore regionale agrario per le Venezie, il prof. Feruglio, direttore della stazione chimico-agraria sperimentale di Udine, il cav. uff. Petronio, direttore della Cattedra Ambulante di Agricoltura, il cav. Domenico Secondo Benussi per il Consiglio provinciale dell’economia di Pola, il cav. Fiore, direttore della Banca d’Italia, il gen. Porta in rappresentanza del generale comandante del Corpo d’Armata di Trieste, i tenenti colonnelli Scallesse e Gambuzza in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore del Comando del Corpo d’Armata di Trieste, il capo di Stato Maggiore del Comando militare marittimo di Pola, Calleri di Sala, in rappresentanza dell’ammiraglio, il generale comandante del Genio militare di Trieste, comm. Nicoletti, il comandante del XII Gruppo di Legionari della Milizia e il comandante della Milizia istriana. Erano presenti anche gli artefici dell’imponente opera: l’ing. Diana, l’ing. Zala, direttore del primo lotto, l’ing. Serafini, direttore del secondo lotto, gli ingg. Selenati, De Brai, Depangher-Manzini, il comm. ing. Adolfo Mazza, amministratore delegato della S.A. Eternit, anche in rappresentanza del suo presidente, sen. Agnelli, il cav. ing. Giuseppe Asti e l’ing. Alfredo Getto della ditta Asti e Getto, il capo cantiere, geometra Millo, l’ing. comm. Girola dell’omonima impresa, gli ingg. Bianchi, Mazzaroli e Kern, gli ingg. Cambi e Niccoli della ditta “Ozono”. Tra gli altri convenuti ricordiamo una rappresentanza dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico e una folta partecipazione di ingegneri, geometri, tecnici provenienti dall’Istria, da Trieste, da Fiume, da Gorizia e da Udine.