Anno Popolazione totale Lingua d’uso o lingua parlata
italiana serbo-croata slovena tedesca altre stranieri
1880 254.905 114.291 121.732 43.004 4.779 348
1890 292.006 118.027 140.713 44.418 5.904 941
1900 345.050 136.191 143.057 47.717 7.076 1.924
1910 404.309 147.416 168.116 55.365 13.279 2.998 17.135
1921 343.401 199.942 90.262 47.489 5.708

Fonte: G. PERSELLI, “I censimenti della popolazione dell’Istria, con Fiume e Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936”, Etnia IV, Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, 1993.

Area geografica riferita al territorio austriaco del Margraviato d’Istria comprendente oltre a Cherso e Lussino anche l’isola di Veglia, il Castuano e parte del Carso a nord della Cicceria. A Veglia e nell’area di Castua (prevalentemente croate e geograficamente non appartenenti alla penisola istriana) nel 1910 si contavano oltre 40.000 sudditi austriaci di lingua d’uso “serbo-croata” e solo poco più di un migliaio e mezzo di lingua italiana (di cui 1.494 nel capoluogo – località di Veglia). Nel Carso (Elsane, Matteria, Castelnuovo, Erpelle, Bisterza, S.Pietro) era invece nettamente prevalente la popolazione di lingua d’uso slovena. Con l’annessione all’Italia (Trattato di Rapallo del 1920) fu costituita la Provincia di Pola (con le isole, come prima, di Cherso e Lussino) ma senza l’isola di Veglia e Castua, trasferite alla sovranità del Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni (poi Regno di Jugoslavia). Con l’annessione anche di Fiume al Regno d’Italia (Trattato di Roma del 1924) una parte del territorio orientale della Provincia di Pola (Volosca – Abbazia – Laurana) fu trasferita alla nuova Provincia del Carnaro. I dati non comprendono la città di Fiume, il resto della Venezia Giulia, Zara e la Dalmazia.