Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Storia e caratteristiche
L’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia è la prima ed unica associazione degli Esuli a carattere nazionale. Sorta con atto notarile nel 1946, con lo scopo di raccordare e organizzare le decine di migliaia di profughi provenienti dai territori della Venezia Giulia e della Dalmazia, italiani autoctoni che avevano dovuto abbandonare le proprie terre dopo che il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 le aveva cedute alla ex Jugoslavia o assegnate alla zona B del mai costituito territorio Libero di Trieste.
Un primo Ufficio per la Venezia Giulia era stato costituito a suo tempo presso il Ministero dell’Interno, poi sostituito dall’Ufficio per le zone di confine. Infine nel 1947 si costituì il Comitato nazione per i rifugiati italiani, presieduto dallo stesso De Gasperi con Fausto Pecorari segretario, con lo scopo di “raccogliere denaro per integrare l’assistenza dello Stato in favore di tutti gli esuli, anche quelli di oltremare vittime del Dettato di Pace”, attentamente seguito dal Governo. Nel 1949, questo Comitato diventerà ente morale, vale a dire l’Opera Profughi, guidata dal triestino Aldo Clemente. La collaborazione con l’Anvgd sarà molto stretta tanto che, i Comitati, affiancheranno Clemente nel suo lavoro, mantenendo alcune mansioni dopo la cessazione dell’attività dell’Opera stessa.
Anche per queste ragioni, la sede dell’Anvgd nazionale è sempre rimasta a Roma, per la necessità di un rapporto costante con il Parlamento, il Governo e le Amministrazioni centrali dello Stato. In quest’opera di “collegamento” fu determinante il lavoro svolto da Padre Flaminio Rocchi.
Riorganizzata con l’atto costitutivo del 7 giugno 1956, l’Associazione ha conservato nei decenni la sua estensione a tutto il territorio nazionale, essendo nati i diversi comitati dalle comunità di Esuli ospitati prima nei campi profughi e poi nei “Villaggi” giuliano-dalmati costruiti in diverse città italiane in esecuzione di un programma speciale di edilizia popolare.
In quanto associazione di carattere privato, si assumeva il compito di mantenere uniti su base volontaria gli esuli dai territori perduti attraverso le attività assistenziali e culturali dei comitati locali, la celebrazione delle festività civili e religiose, la partecipazione e l’organizzazione di convegni di studio, conferenze, lezioni ecc. in stretta collaborazione con le amministrazioni dello Stato, gli enti locali, le università e le scuole, le associazioni combattentistiche e d’arma e le istituzioni culturali. Le iniziative dell’Associazione hanno portato un contributo determinante nel campo dei provvedimenti legislativi adottati dal Parlamento italiano per risolvere i problemi dell’esodo giuliano-dalmata, dalle leggi per l’edilizia popolare a quelle per l’indennizzo dei beni perduti nei territori ceduti (con il cui corrispettivo l’Italia ha pagato i danni dovuti alla ex Jugoslavia in forza del Trattato di Pace).
La natura apolitica e apartitica dell’Associazione è stata il presupposto essenziale della considerazione di cui ha goduto a tutti i livelli, grazie anche alla capacità dei suoi dirigenti.
Hanno ricoperto la carica di Presidente nazionale: l’on. Lino Drabeni, ex comandante partigiano nell’Italia del nord, esule da Zara; Padre Alfonso Orlini, Ministro Generale dei frati Minori conventuali, esule da Cherso; comm. Fulvio Bracco, industriale, nativo di Cherso; Com.te Libero Sauro, capodistriano, figlio della Medaglia d’oro Nazario Sauro; l’on. Gianni Bartoli, rovignese, ex sindaco di Trieste negli anni del Governo Militare Alleato e del ritorno della città all’Italia, l’on. Paolo Barbi, di famiglia dalmata, più volte sottosegretario di stato nonché parlamentare europeo, l’on. Lucio Toth, magistrato, esule da Zara, Rodolfo Ziberna, di famiglia istriana di Pola e Albona, sindaco di Gorizia, Antonio Ballarin, di famiglia di Lussingrande, residente a Roma e Renzo Codarin, di Trieste.
La struttura dell’Anvgd si articola in Comitati e Delegazioni Provinciali, esistenti in quasi tutte le regioni italiane (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Veneto, Umbria): una sessantina tra realtà “storiche” ed altre in via di definizione.
L’Anvgd opera attraverso i seguenti organi: Presidenza nazionale, Esecutivo nazionale, Consiglio nazionale, i Presidenti dei Comitati provinciali.
Attività
L’Anvgd esplica la sua attività nei settori dell’assistenza agli associati, di consulenza legale, di promozione di interventi giuridici a favore dei profughi giuliani e dalmati e di supporto alle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato in materia di anagrafe (ad es. indicazione corretta dei luoghi di nascita), riscatto agevolato degli immobili costruiti nel dopoguerra per gli esuli, di tutela dei beni monumentali nell’Istria e in Dalmazia, ecc.
L’Associazione, in seno alla Federazione delle Associazioni degli Esuli, è presente al “tavolo di coordinamento Governo-Esuli” istituito presso la Presidenza del consiglio.
L’Anvgd svolge anche attività di promozione culturale, ponendosi come obiettivi: far conoscere all’opinione pubblica italiana le vicende del confine orientale italiano, non solo nel novecento ma anche nei secoli precedenti, mediante la valorizzazione e la divulgazione della sua civiltà letteraria, artistica, architettonica, economica; risvegliare negli italiani il senso dell’identità e dell’unità nazionale; sostenere i connazionali rimasti nelle terre di origine a difendere la lingua e le tradizioni italiane; sensibilizzare i media e la stessa opinione pubblica sull’importante ruolo politico, culturale ed economico che il sud-Est europeo riveste per il nostro Paese in questa lunga fase di assestamento geopolitico e con l’adesione degli stati dell’area all’unione Europea.
Una vocazione europea quella dell’Anvgd che era già in nuce nell’idea dei padri fondatori, come appare dal pensiero di Paolo Barbi espresso in varie occasioni e raccolto in una delle sue ultime interviste rilasciata proprio in occasione di una sua visita a Trieste da Napoli dove risiedeva[7].
I suoi organi d’informazione principali sono: la pubblicazione Difesa Adriatica e il sito www.anvgd.it