Quando si ricorda il 10 Febbraio del 1947, sono le immagini della partenza da Pola che scorrono davanti agli occhi. I filmati sull’Addio alla città, fanno parte ormai dell’immaginario collettivo, perché Pola rimane il simbolo della storia dell’esodo dai territori dell’Adriatico orientale. A seguito del “Trattato di Pace”, firmato a Parigi in quella data, la quasi totalità dei suoi cittadini abbandonò le proprie case. Nel febbraio del 1967 – ventennale del “Diktat” – venne costituita l’Associazione “Libero comune di Pola in esilio”. Lo stemma ufficiale dell’Associazione è quello tradizionale della città italiana di Pola, costituito dallo scudo turrito con croce gialla in campo verde.

Ma per capire i motivi dell’esodo ed il ruolo dell’associazione, bisogna riandare ad alcune vicende del 1946 nella Città dell’Arena, in particolare alla tragedia di Vergarolla, la più grande strage civile nell’Italia di allora che la nazione ha sempre ignorato.

Genesi e storia dell’associazione

Anche se destinati a vivere nel grigiore dei campi profughi, in città diverse e distanti tra loro, prima di trovare una degna sistemazione, i polesi (o polesani come preferiscono definirsi) non rinunciarono mai alle occasioni per stare insieme. La festa di San Tommaso patrono di Pola, poco prima di Natale, è sempre stata una delle date deputate a tali importanti appuntamenti di aggregazione (anche se ora la chiesa ha spostato la ricorrenza a luglio, gli esuli da Pola continuano a festeggiarla a dicembre). Ma c’era il bisogno anche di vedersi tra amici, organizzando incontri conviviali: ci pensò il professor Bruno Artusi, esule a Novara. Il 25 gennaio 1959 si svolse proprio nella città che l’aveva accolto esule da Pola, il Primo incontro tra “veci muli polesani”, ricorderà Artusi su l’Arena di Pola, “uniti dai tanti ricordi, dalle ciacolade, dalle cantade e da un pranzo di gnocchi col levero”. Ma l’incontro di Novara sarà anche destinato a dar vita al primo nucleo attorno al quale, riconosciuto capo carismatico proprio l’Artusi, si focalizzeranno i classici raduni.

Nerino Rismondo (Rime) di Zara propone l’idea di ricostituire in esilio i Liberi Comuni, con Sindaco, Consiglio comunale, Giunta, Assemblea dei cittadini quale corpo elettorale, Gonfalone. L’idea viene attuata con la costituzione del Libero Comune di Zara in Esilio, a Venezia nel 1963, e del Libero Comune di Fiume in Esilio, a Milano nel 1966.

Per gli esuli da Pola, importante è il contributo di personaggi come Lino Drabeni che all’inizio, col gruppo lombardo, salderà il costituendo organismo polese con l’Anvgd e Lino Vivoda che nel corso del primo raduno dei Giovani Adriatici all’isola di san Giorgio a Venezia tenne una riunione all’ostello della Gioventù con Silva Bilucaglia, Aldo Negro, Tullio Paliaga ed altri giovani polesi per organizzare un gruppo di volonterosi attivisti, dando il via alle adesioni. A Bergamo, nel corso dell’XI raduno degli “amici polesani”, 220 conviviali firmano una mozione indirizzata al congresso nazionale dell’Anvgd con la richiesta di avviare le opportune variazioni statutarie che prevedano l’organizzazione di una comunità polese in esilio. La proposta, presentata da Vivoda a Napoli al VII congresso nazionale dell’Anvgd verrà accolta ed inserita nell’art. 17 del nuovo statuto associativo. A Milano, 161 polesi firmeranno la proposta di costituzione di un comitato specifico che vedrà la luce a Varese su convocazione del vicepresidente nazionale Anvgd, Lino Drabeni. Si giungerà così al XII raduno nazionale esuli da Pola del 4 giugno 1967 a Genova. Qui, alla fiera del Mare, 450 esuli polesi risponderanno all’appello lanciato da Luciano Luciani su L’Arena di Pola, convergendo per la prima volta da ogni parte d’Italia, per dare vita all’Unione Libero comune di Pola in Esilio. Primo sindaco, nel 1967, divenne Bruno Artusi, con vice Lino Vivoda. Insieme organizzeranno i raduni a Torino, Milano, Bologna, Peschiera del Garda, Novara, Gardone sulla riviera del Garda, Modena, Padova, La Spezia, ancora Modena, Verona, a Roma nel 1980 viene annullato per discordanze con la diplomazia del Vaticano, seguono Firenze, Rubano (Pd), e il XXVII a Roma.

Alla morte di Artusi, nel dicembre 1985, viene nominato sindaco Lino Vivoda, durante un incontro a Cremona, suo vice sarà Mario Ive. Organizzeranno i raduni a Rimini, Cremona (per due volte), Grado-Trieste, Ancona, Treviso, Marina di Carrara-Pisa e Peschiera del Garda per ben tre volte. Dopo Vivoda, nel 1994, la carica di sindaco sarà assunta da Bernardo Gissi, eletto a Peschiera del Garda con vice Alberto Durin, che organizzerà i raduni a Trieste, Treviso, Chioggia, Peschiera del Garda (5 volte), ove conclude il suo mandato. A Gissi, fra l’altro, va il merito di aver registrato nel 1995 presso un notaio lo Statuto dell’Associazione, da allora denominata “Libero Comune di Pola in Esilio”, e di aver acquisito al LCPE nel 1996 il giornale “L’Arena di Pola”, di cui diverrà Direttore Piero Tarticchio nel 2000, mentre il precedente storico Direttore Pasquale De Simone si ritira a vita privata. 

Nel 2002 viene eletto sindaco Silvio Mazzaroli, durante una seduta di Consiglio a Brescia, con vice Argeo Benco; egli organizzerà i raduni a Bresca, Roma, Verona, Grado, La Spezia, Venezia, Torino. A Mazzaroli, che per undici anni ricopre anche la carica di Direttore de “L’Arena di Pola”, con l’apporto di Piero Tarticchio dalla redazione di Milano, va riconosciuta una grande spinta propulsiva per l’intensificazione dei rapporti degli Esuli con i Rimasti.  

Nel 2009 a Torino viene eletto sindaco Argeo Benco, con vice Tito Lucilio Sidari; egli organizza i raduni a Montegrotto (Pd) e quindi, per la prima volta nella storia dell’LCPE, a partire dal 2011, si svolgono tre raduni consecutivi a Pola, ampliando ulteriormente i contatti con i Rimasti.

Nel 2013 viene eletto sindaco Tullio Canevari, con vice Tito Lucilio Sidari che continueranno la tradizione dei raduni a Pola con la quarta edizione del 2014, si tratta per il LCPE del LVIII raduno in assoluto. Nel giugno 2013 la carica di direttore del giornale viene assunta da Paolo Radivo. Nel 2017 assume l’incarico di presidente dell’LCPE – AIPI, Associazione Italiani di Pola e dell’Istria Tito Lucilio Sidari. Dallo stesso anno è direttrice dell'”Arena di Pola” Viviana Facchinetti. Attuale presidente dell’Associazione, dal 2021, è Graziella Cazzaniga Palermo.

Nel giugno 2011 a Pola ha inizio una nuova fase della vita associativa degli esuli “polesani” che organizzano il proprio raduno nella città abbandonata in quel lontano e doloroso febbraio-marzo del 1947. La stampa in questa occasione ha parlato di “evento unico” come se si trattasse del primo incontro esuli-rimasti. In realtà è una tappa, certo molto importante, del loro rapporto con la città: il primo incontro ufficiale a Pola si svolse, infatti, già nel novembre del 1992 nella sede della Comunità degli Italiani di Port’Ercole, tra la presidente della CI stessa, Olga Milotti, con il direttivo al completo, l’on. Furio Radin, deputato al Sabor di Zagabria per la minoranza italiana, ed una delegazione del LCPE guidata dal sindaco Lino Vivoda con alcuni consiglieri, tra i quali Livio Dorigo, Aldo Vallini, Teodoro Ronzitti, Roberto Giorgino ed altri esuli. Con Vivoda partecipano all’incontro il sen. Lucio Toth, Presidente nazionale ANVGD, il console d’Italia a Capodistria, Luigi Solari, Giordano Sattler dell’UPT e il presidente dell’ANVGD triestina, Renzo Codarin. L’incontro che pone le basi per una comune azione di difesa delle tradizioni, lingua e cultura itale dell’Istria, ha un grande risalto, come commentato nell’articolo del 3 novembre 1992 su “La Voce del Popolo” di Ellis Barbalich Geromella (Riavvicinamento con lucidità e realismo). Nell’occasione, Vivoda e Ronzitti, vennero ricevuti anche dai vertici della Dieta Democratica Istriana, Ivan Jakovcic e Elio Martincic, instaurando una amichevole rapporto che contribuirà al lungo lavoro per l’inserimento del bilinguismo nello Statuto della regione Istria.

Stabiliti contatti e data concretezza ai rapporti amichevoli, da allora furono organizzate cerimonie congiunte, a partire dalla Messa in Duomo il 2 novembre per ricordare tutti i defunti, con la partecipazione del coro della società artistico-culturale “Lino Mariani” della Comunità degli italiani. Importanti in questa occasione il coinvolgimento e la partecipazione del console italiano che accompagna le visite ai due cimiteri di Pola di folte delegazioni di polesi, rimasti ed esuli, giunti quest’ultimi da tutta Italia. Un incontro che ha portato alla decisione congiunta di erigere il cippo – un masso di pietra dono del Comune di Pola – in ricordo delle vittime della strage di Vergarolla del 1946, nell’area verde a fianco al Duomo. Ogni anno la commemorazione del 18 agosto vede riuniti i polesi per la Messa solenne e la cerimonia davanti al cippo recante il nome del luogo e la data. La realizzazione si deve alla collaborazione di Livio Dorigo, presidente del Circolo triestino di cultura istro-veneta “Istria”, di Mario Quaranta, vice sindaco italiano della città di Pola, e di Lino Vivoda, direttore del periodico “Istria Europa”. In una riunione del Consiglio del Libero Comune di Pola in Esilio, a Grado con sindaco Bernardo Gissi , dopo un accalorato intervento dei consiglieri Vivoda, Dorigo e Anteo Lenzoni, il LCPE approvò all’unanimità l’iniziativa. Ogni anno, da allora la commemorazione del 18 agosto vede riuniti i polesi per la Messa solenne e la cerimonia davanti al cippo recante il nome del luogo e la data della strage.

L’Associazione ha assunto l’attuale denominazione dopo la ratifica dell’Assemblea Generale dei Soci del 10 giugno 2018 ed è l’erede diretta delLibero Comune di Pola in Esilio,  costituito con atto notarile del 10 aprile 1995.

Obiettivi dell’associazione

Da queste premesse storico-sociali, scaturiscono anche gli obiettivi dell’associazione che intende mantenere e rafforzare “i contatti, i rapporti, le relazioni tra tutti i cittadini di Pola in esilio, perpetuando il clima ideale, etico e spirituale della città per rinsaldare i vincoli di affetto, di concordia civica, di unità di intenti e di fraterna solidarietà che li legano”, viene sottolineato nella presentazione ufficiale dell’organizzazione. Altro obiettivo è quello di “favorire il ricordo ma soprattutto alimentare in esilio l’amore per gli usi, i costumi e le antiche storiche tradizioni cittadine e della terra istriana, promovendo la custodia e conservazione di ogni testimonianza e cimelio per ispirare nei figli e nipoti, l’orgoglio delle proprie radici ed un forte senso di identità, frutto di una antica e consolidata civiltà e cultura. Estendere anche a coloro che per affinità spirituale hanno manifestato agli esuli sentimenti di solidarietà umana e sociale, i valori fondamentali di amor di Patria e di libertà alla base della loro sofferta scelta di vita”. Per il raggiungimento dei fini sociali l’Associazione si propone inoltre di sostenere e supportare, anche con opere di patronato, i cittadini di Pola in esilio ed i loro discendenti in ogni istanza volta al riconoscimento dei propri diritti in quanto doppiamente italiani, per nascita e per libera scelta.

Attività recenti

Il Libero Comune di Pola in Esilio continua l’attività patriottica e culturale che ha sempre contraddistinto il suo operato. Si citano qui alcune delle sue più recenti pubblicazioni di carattere letterario, storico e geografico: la ristampa in cinque volumi del Codice Diplomatico Istriano di Pietro Kandler, numerose opere poetiche di Otello Soiatti; il copione di Bruno Carra Nascimbeni Istria terra amata – La Cisterna che dà luogo allo spettacolo rappresentato decine di volte in Italia e in Istria in dialetto istro-veneto e al DVD per le scuole Istria addio in italiano; i quattro volumi di pagine scelte da “L’Arena di Pola”; il volume fotografico Pola ieri, Pola oggi; il volume La Venezia Giulia e le sue città che ci portiamo nel cuore, che ripropone sei fascicoli pubblicati dalla casa editrice Sonzogno fra gli inizi del ’900 e gli anni ’30; la tesina della studentessa Erica Cortese L’esodo dimenticato; il volume Verona e Pola. Un confronto fra due realtà storiche; la poderosa pubblicazione in tre volumi di grande formato dei 591 numeri de “L’Arena di Pola” pubblicati fra il 29 luglio 1945 e il 24 dicembre 1947 e ormai molto difficilmente acquisibili in formato cartaceo; la vastissima acquisizione e memorizzazione in formato elettronico di tutti i numeri de “L’Arena di Pola” dal 1948 al 2000, messa in rete per consultazione da parte di studiosi e interessati; il prestigioso volume, edito in collaborazione con il Museo Archeologico dell’Istria, con gli atti della giornata di studio internazionale tenuta nel 2012 a ricordo del Prof. Mario Mirabella Roberti nel decennale della scomparsa; tale volume contiene anche copie dei preziosi opuscoli dell’archeologo sull’Arena e sul Duomo di Pola, risalenti rispettivamente al 1939 e al 1943, già ristampati e distribuiti nel 2012 dal LCPE.

Fra il 2010 e il 2013 si sono realizzati, d’intesa fra LCPE e Unione Italiana, pellegrinaggi di altissimo valore morale ad alcuni dei tanti luoghi simbolo delle violenze del ’900 in Istria: le foibe, teatro dei ben noti infoibamenti ad opera dei partigiani titini comunisti; in particolare si sono visitate quelle di Vines, di Terli e di Surani, nella quale venne infoibata ancora viva Norma Cossetto, insieme con altre 26 Vittime; il cippo che nel cimitero di Capodistria ricorda 60-80 infoibati del Capodistriano; la stele di Strugnano in memoria di due adolescenti italiani uccisi da una squadra fascista; il monumento di Monte Grande a 21 detenuti nel carcere di Pola fucilati e impiccati dai nazisti; il luogo dell’uccisione e pubblica esposizione di tre partigiani italiani, fra cui Pino Budicin, ad opera di soldati della Repubblica Sociale Italiana sulla riva di Rovigno; le tombe e monumenti che nel cimitero di Monte Ghiro a Pola commemorano le vittime polesi della strage di Vergarolla e quelle del fascismo e del nazismo. In ricordo dei naufraghi del regio cacciatorpediniere “Rossarol”, nel 2011 il LCPE ha collocato nel cimitero di Marina a Pola la riproduzione della targa commemorativa bronzea posta sul monumento in riva al mare presso Lisignano, dove il direttivo del LCPE si è recato nel 2012 insieme a una delegazione delle Comunità degli Italiani di Pola e di Sissano.

Anche nelle ricorrenze della strage di Vergarolla, il 18 agosto, e dei Defunti, il 2 novembre, si sono onorate le sepolture delle Vittime e dei Caduti senza distinzione di parte, con la partecipazione delle autorità consolari italiane, di autorità di Pola, di esuli e di attuali cittadini di Pola.

Il LCPE ha conferito la propria benemerenza “Istria terra amata” nel 2011 a Stefano Zecchi ed Erica Cortese, nel 2012 a Piero Tarticchio, Nelida Milani e Anna Maria Mori, nel 2013 a padre Germano Diana, Ester Sardoz Barlessi, Bruno Carra e Grado Teatro, e nel 2014 a Jan Bernas.

Nel gennaio 2014 il LCPE, con uno spirito costruttivo di unitarietà, è rientrato nella Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, di cui aveva fatto parte fin dall’inizio ma dalla quale era uscita nel 2007 per divergenze ormai ampiamente superate.

Attuale presidente : Graziella Cazzaniga Palermo