Bernardo Benussi
Tra gli anni Settanta dell’Ottocento al primo trentennio del Novecento diede un contributo fondamentale agli studi storici concernenti la regione. Secondo Giovanni Quarantotto fu “lo scrittore di storia più comprensivo e preciso, più lucido e attendibile che le due volte millenarie fortune di Trieste e dell’Istria abbiano incontrato tra noi su lo scorcio del XIX e il principio del XX secolo”. Era profondamente consapevole (seguendo l’insegnamento di Pietro Kandler) che sarebbe stato possibile ricostruire il passato dell’Istria solo dopo la raccolta e pubblicazione di un copioso numero di documenti e fonti di varia natura. Nel Saggio d’una storia dell’Istria dai primi tempi sino all’epoca della dominazione romana, del 1872, il ventiseienne storico scrisse: “(…) l’Istria nostra non potrà possedere una vera Storia fino a che non si abbiano raccolte e depurate le fonti per la medesima”.
Dai suoi primi studi di storia patria, iniziati nel 1870 sino alla sua dipartita, il rovignese dedicò la propria esistenza allo studio e alla ricerca. Tra i più corposi lavori storiografici ricorderemo Manuale di geografia dell’Istria (Trieste 1877), L’Istria sino ad Augusto (Trieste 1883), un paziente lavoro di ricostruzione del passato remoto della penisola, dalla civiltà dei castellieri protostorici ai rapporti con i Romani, e dalla conquista da parte delle legioni dell’Urbe alla prima fase della romanizzazione del territorio cioè sino ad Ottaviano Augusto, fondatore dell’impero; Il Litorale (Pola 1885); Storia documentata di Rovigno (Trieste 1888), uno studio rigoroso sulla sua città natia; Nel medio evo. Pagine di storia istriana (Parenzo 1897), opera monumentale di oltre 700 pagine dedicata alla penisola nei secoli della media aetas, si tratta di un lavoro durato un decennio durante il quale lo studioso raccolse una vasta quantità di materiali grazie ai quali affrontò uno dei periodi più articolati della storia regionale; La regione Giulia (Parenzo 1903), Pola nelle sue istituzioni municipali (Venezia 1923).
Numerosi suoi lavori furono ospitati dalla rivista parentina “Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria”, di cui Benussi fu uno dei soci fondatori del sodalizio fondato nel 1884, nonché suo presidente per oltre cinque lustri (1899-1925). Tra i saggi pubblicati in quella sede si evidenzia Commissioni dei dogi ai podestà veneti dell’Istria (vol. III, 1887), Lo statuto del comune di Umago (vol. VIII, 1892), Parenzo nell’evo medio e moderno (vol. XXVI, 1910), Statuto del comune di Pola (vol. XXVII, 1911).
L’ultimo importante risultato dell’opera storiografia di Benussi fu il volume L’Istria nei suoi due millenni di storia (Trieste 1924) che, a detta dello storico Giulio Cervani, ricopre “un posto di particolare rilievo, in quanto costituisce quasi la sintesi finale, il ‘punto fermo’ su quanto da lui scritto in precedenza”. Il corposo tomo di 648 pagine, pubblicato nello Stabilimento art. Tipografico G. Caprin, dev’essere considerato la summa dell’attività scientifica di Benussi. L’opera raccoglie i risultati delle ricerche, l’esperienza di studio, le riflessioni, maturate in oltre mezzo secolo di intensa attività. La sua storia della penisola istriana è una meticolosa rilettura del suo passato, dai tempi più remoti alla vigilia della Prima guerra mondiale e al tracollo dell’Impero austro-ungarico. Nel 1997, quasi tre quarti di secolo dopo la prima edizione, quest’opera fu nuovamente riproposta al pubblico, grazie alla ristampa anastatica promossa dal Centro di ricerche storiche di Rovigno in collaborazione con il Consiglio Regionale del Veneto.
A cura di Kristjan Knez