Gianclaudio de Angelini è nato il 19 dicembre del 1950 a Rovigno d’Istria. La sua famiglia andò in esilio nell’agosto del 1951. Lasciò la sua Rovigno assieme al padre Armando de Angelini, e alla madre Pasquina Benussi, raggiungendo in treno Trieste e da lì il Campo di smistamento di Udine, da dove vennero dirottati al Campo profughi di Gaeta.

Nel 1954 si stabilì con la famiglia a Roma, in zona Cinecittà. Dal 1956/58 visse nel Villaggio Giuliano, ora Quartiere Giuliano Dalmata di Roma. Tornato la prima volta a Rovigno nell’estate del 1960, incominciò sin d’allora a interessarsi della storia, del dialetto e delle tradizioni della sua terra d’origine.

Nel 1997 ha vinto il primo premio della Sezione in Vernacolo del Premio di Poesia “Laurentum”, con El sèigo da pera, componimento nell’istrioto di Rovigno. Nel dicembre 1997 ha pubblicato il volumetto Poesia dell’esodo a due Voci insieme a Marino Micich, con la prefazione di Amleto Ballarini, a cui ha fatto seguito il volumetto di poesia Zbrèinduli da biechi – Brandelli di stracci pubblicato nel 2010, con il quale nel 2018 ha vinto il primo premio della XVI edizione del “Premio Tanzella” nella Sezione Poesia.

Cultore dell’espressione ermetica in poesia compose in stile “Haiku”. Alcune sue composizioni sono raccolte nell’antologia Autunno edita nel 2013 e Inverno edita nel 2016 pubblicate nella collana Hanami (Edizioni della Sera). Gianclaudio è stato anche molto attivo nel mondo associativo dell’esodo giuliano-dalmata, ricoprendo la carica di vicepresidente dell’Associazione per la cultura fiumana istriana e dalmata nel Lazio, consigliere della Società di Studi Fiumani e quindi di consigliere dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia di Roma. Inoltre è stato cofondatore della Mailing List Histria nonché ideatore del premio letterario indetto per gli studenti della minoranza italiana in Istria. Ha pubblicato saggi, articoli e partecipato a conferenze nell’ambito della storia e della cultura della sua terra d’origine. Ha collaborato attivamente a “La Voce della Famia Ruvignisa” pubblicazione della diaspora rovignese.

L’attività artistica e poetica di Gianclaudio è stata raccolta nel volume di poesie “Lo Specchio di Arianna” e nella silloge “Gli occhi di Lavinia” (Oltre edizioni, 2021). Ha pubblicato svariati saggi sulla storia rovignese e sulla questione giuliana nella Rivista di studi adriatici “Fiume” e negli Atti del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno. Si è spento nel 2022 lasciando un profondo vuoto nella sua comunità.

Zbrèinduli da biechi – Brandelli di stracci 

Lo so bisogna andare avanti
Ma ostinato come un mulo
Io rimango in questa strada
Che nessuno più calpesta.

I siè a ga vol fei vanti

ma doûro  cume el samier

mei i riesto in quista cal

ca nu fulpia pioûn nìgoûn

 

Sopra ricordi belli e brutti
Una mano di pittura

Zura racuòrdi bròuti e bài
òuna man da pitòura

Con un filo di voce
In gruppo cantavamo
A Monte Mulini

C’òun fià da vòuz
in ciapo i cantiendi
a Montomulèini

Notte alta
Rimbombo di passi
Come rimorsi

Nuòto alta
abonbo da balighi
cumo ramuòrsi.

Polvere e rovi
Tra sconnessi sentieri
Improvviso il mare

Pulvaro e graie
strite cale da griebani
dòutòuntòun el mar

Tra ossa insepolte
limpide acque carsiche
scorrono fredde.

Tra uosa sensa cruz
ciare aque del Carso
giasade li scuro.

Senza un lamento
Così come vissero
Ad uno ad uno.

Sensa òun lamento
cusèi cume i uò visòu
a òun a òun.

Ginestre fiorite
Solo, senza meta
A Punta Croce.

Sensa òun lamento
cusèi cume i uò visòu

a òun a òun

Zanestre in fiùr
sul i ma ramanìo
a Ponta Cruz