Giusto Curto nacque a Rovigno il 3 ottobre 1909 da famiglia contadina nella contrada San Martin. Trascorse l’infanzia legato ai ritmi della campagna ma, non appena raggiunta la maggior età, lasciò Rovigno per imbarcarsi come marinaio sulle navi dei Cosulich con le quali attraversò tutti gli oceani. Il mare rimase, per lui, fonte di vita, anche se in poesia sono i motivi terragni, cioè il radicamento alla terra, e ai suoi rimandi simbolici, a prevalere sull’ispirazione marina. Rientrato a Rovigno si dedicò alla pesca.

Nel 1943 aderì alla lotta partigiana in Istria. Nell’immediato dopoguerra subì le persecuzioni della polizia politica jugoslava (UDBA) a seguito del confronto Tito – Stalin (la crisi del Cominform). Dovette sopportare il peso del lavoro coatto nelle cave di bauxite e lungo la ferrovia Lupogliano-Stallie. L’esperienza lo segnò profondamente costringendolo per anni al silenzio alla morte civile e politica.

Cominciò a scrivere intorno ai trent’anni e proseguì con ritmo sempre più intenso nel dopoguerra, alternando alla composizione di liriche e di opere teatrali in dialetto rovignese lo studio del folclore e delle tradizioni popolari della sua città. Si impegnò nella compagnia filodrammatica della Società artistico culturale “Marco Garbin” della comunità italiana rovignese, per la quale scrisse, nel dialetto rovignese-istrioto, numerose  commedie, riviste e bozzetti folkloristici.

Ha partecipato ai concorsi d’arte e di cultura “Istria Nobilissima”, vincendo il primo premio per la poesia nel 1973, nel 1974 e nel 1976 e per il teatro nel 1973, nel 1977 e nel 1982.

Curto ha vinto nel 1975 e nel 1983 il primo premio nel concorso “Poesia in Piazza” di Muggia; e ha ottenuto ampi riconoscimenti per la sua attività poetica in dialetto rovignese a Grado, a Venezia, a Verona, a Fiume, a Zagabria e a Belgrado. Nell’Antologia di “Istria Nobilissima” 1978 furono pubblicati due suoi racconti intitolati “Meingule ingrumade” e “El Consolo ruvigniz” [Briciole raccolte e Il Console rovignese], mentre nell’Antologia del 1968 si pubblicarono le prime poesie

Buona parte della sua opera poetica è stata pubblicata nell’ Antologia delle opere premiate al concorso Istria Nobilissima e sulle pagine della rivista “La Battana” di Fiume. Nel 1983 venne pubblicata la raccolta di poesie “Meingule insanbrade” (Briciole sparse) nell’ambito della Biblioteca istriana (n.3) edita dall’ Unione Italiana e dall’ Università popolare di Trieste. L’ultima silloge è “Spurcheisi da veita” [Sporcizie di vita].Giusto Curto è morto nella sua città il 31 maggio 1988

EL MIO LOGO (Il mio luogo)

 

I ma ganbio i drapi e cradime nu mal dol

sa anche i paro oûn pupo da pisiol,

i son sul mieîo e ma sento un gigante

e qua i nu iè pagoûra manco del cavalgante

 

La saraia ca geîra in tondo

signa i cunfeîni del mieîo mondo:

sulo qua raspeîro aria poûra,

ultra i iè tanta pagoûra

 

 

EL POUPO DA PISIOL (Lo spaventapasseri]

El gira là, fra quìi cànpi da vardoûra

parciuò ca doûti ièbio pagoûra

ma loû gìra treîste e dasparà

namièno oûn can sa farmìva là

li bis’ciuleîne loû uciva cùn riguàrdo

e i uzaliti, ga gìriva làrgo.

 

contro la liègie dei omi, el vènto zi rabalà

e oûna rafagada l’uò rabaltà

quil taren cume oûna mageîa

da cùlpo el uò ganbià fi luzumeîa

i fi ùri l’uò cuvièrto cùme oûna cultra

quil’ièsare ca nun vìva cùlpa.

 

(Da “Meingule insambrade”, ed. Biblioteca Istriana n.3, UIIF-UPT, Trieste, 1983)

 

 

LA SPARANSA (La speranza)

 

Giomo cameîna, par rastà gninte

e da quisto feîl, sa siervo doûti

el poûlpito pridica, ma nù cria gninte

l’incenso cuvierzo la verità

l’altar incanta cu i suoi sfarsi

pioû candile, pioû scoûro ti vidi

 

 

LA SPERANZA

 

Gomitolo che si dipana e resta niente

e di questo filo si servono tutti

il pulpito predica ma non crea nulla

l’incenso copre la verità

l’altare incanta con il suo sfarzo

più candele, più scuro vedi

 

(Antologia delle opere premiate “Istria Nobilissima”, UIIF-UPT, 1973)