Nato a zara il 30 dicembre del 1934 in una famiglia di origine spalatina e di tradizione irredentista Lucio Toth, a seguito del secondo conflitto mondiale, dovette lasciare, con la famiglia, la sua città, devastata dai bombardamenti angloamericani e quindi occupata dall’esercito di Tito, giungendo infine a Roma.

L’amore per la propria terra e per la sua storia emerse anche al culmine del suo percorso universitario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Alma Mater Studiorum presso Università degli Studi di Bologna, allorché discusse con il prof. Giovanni de Vergottini la sua Tesi di Laurea in Storia del Diritto Italiano dedicata ai rapporti dei Comuni della Dalmazia medioevale con il resto d’Italia, evidenziando quindi le affinità giuridiche e statutarie.

Intraprese nel 1963 una brillante carriera di Magistrato (conclusasi quale giudice in Cassazione), impegnandosi contestualmente nell’attivismo cattolico (diventando Presidente del Movimento Cattolico Lavoratori), e nell’associazionismo degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Sbocco prestigioso di queste due sue passioni furono l’elezione al Senato della Repubblica nelle liste della Democrazia Cristiana a Napoli nel 1987 (per la X legislatura), e quindi la presidenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, seguita dalla presidenza della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati.

Autorevole interlocutore per le istituzioni italiane, comprese parimenti la necessità di riaprire il dialogo con i “rimasti”, in nome della comune matrice italiana e con l’auspicio di salvaguardare la peculiare italianità istriano-quarnerino-dalmata come prezioso patrimonio di un’Europa unita.

Membro della Commissione storico-culturale italo-slovena che fra il 1993 ed il 2000 contribuì all’elaborazione di un documento comune sulle relazioni italo-slovene dal 1880 al 1956. Preparato e convinto della bontà della causa giuliano-dalmata, Toth seppe lavorare con le istituzioni in maniera tale da creare i presupposti affinché la Legge istitutiva del Giorno del Ricordo divenisse patrimonio condiviso della comunità nazionale. Il dibattito che intrattenne ad aprile 2009 con il Senatore Miloš Budin, autorevole esponente della comunità slovena in Italia, fu propedeutico per lo storico Concerto dei Tre Presidenti (l’italiano Napolitano, lo sloveno Türk ed il croato Josipović) in Piazza Unità d’Italia a Trieste nel luglio dell’anno seguente.

L’amore per la propria terra e la passione per lo studio della storia condussero Toth a scrivere degli importanti romanzi storici: “La casa di calle San Zorzi” (Sovera, 2008), dedicato alle vicende dalmate del Novecento, e “Spiridione Lascarich, Alfiere della Serenissima” (La Musa Talia, 2011), in cui raccontò le guerre dei dalmati e di Venezia contro l’avanzata ottomana nei Balcani durante il XVII secolo e, postumo, “Il disertore dalmata” (La Musa Talia, 2018), di tema risorgimentale, in quanto narra le vicende d’uno zaratino nato suddito austriaco, che, dopo aver combattuto a Solferino nell’esercito asburgico, diserta passando nel regno sabaudo, che servirà prima in armi e poi come politico e diplomatico, sostenendo le prime associazioni irredentiste.

Fu autore inoltre di saggi di carattere storico e giuridico (coautore in particolare di un commento al Codice penale). Con il suo ultimo libro “Storia di Zara. Dalle origini ai giorni nostri” (2016) volle tributare l’estremo atto di amore per la sua Dalmazia. E’ venuto a mancare a Roma il 27 aprile del 2017.

Il disertore dalmata

Remo Calbian è nato a Zara, capitale della Dalmazia austriaca. Veste la giubba di militare austriaco. Nel luglio 1859, dopo la battaglia di Solferino, qualcosa s’incrina nella sua coscienza. Diserta e passa dalla parte piemontese. Diventa garibaldino, poi ufficiale dei bersaglieri; partecipa alla repressione del brigantaggio e alla terza guerra d’indipendenza; viene eletto deputato alla Camera. Dopo molti anni visita la sua Zara per poi rientrare in Italia, la sua patria: ”a lui non restava che servirla”. Il racconto della scoperta del sentimento nazionale degli italiani di Dalmazia nei cruciali anni Sessanta-Ottanta dell’Ottocento e dell’amor di patria del protagonista e dell’autore. Un romanzo a volte amaro, appassionato e lucido, capace di rievocare sentimenti intimi e universali.

Il disertore dalmata (La Musa Talia, 2011)