A Udine, mi ricordo ancora il campo di raccolta. Era, praticamente, degli stanzoni. Stanzoni divisi… I separé erano coperte: cioè, per dare un minimo di privacy, c’erano delle coperte o delle cose così che ti separavano i letti. Ho questo flashdi queste brande e poi mi ricordo che facevamo la coda per prendere il cibo con la gamellina. E mi ricordo che al mattino mia mamma era andata e c’era il latte in polvere – e tra l’altro io ero una piaga per mangiare a Fiume – e una mattina mia madre è ritornata senza niente, dicendo no, non ho preso il latte perché non me la sono sentita. Perché ha visto il cuoco che col mestolo con cui dava il latte, a un certo punto se l’è messo dietro la schiena e ha tirato via qualcosa dal latte. E allora lei ha fatto il giro per vedere cosa c’era e c’erano tre scarafaggi! Allora non l’aveva preso. E io le ho detto: ma mamma, potevi prenderlo per me! E mi dice: ma lo mangeresti? [E io]: si! Allora lei è ritornata e mi ha preso il latte. Cioè in campo profughi io ho improvvisamente acquistato l’appetito, che non avevo invece in casa dei nonni dove ero viziatissima […].

Mio padre ha avuto un’accoglienza terribile. E questo [è successo] al municipio a Cuneo, che quando è arrivato, alla prima riunione del Consiglio comunale [c’è stata] un’immediata delibera di rifiuto: non volevano assolutamente saperne di un impiegato capitato loro tra capo e collo da chissà dove. Una lettera durissima [che diceva] che loro rifiutavano, che chiedevano al ministero di recedere da questa decisione. Dicevano che non volevano, che non avevan bisogno, che eran tempi di difficoltà per cui figurarsi, un impiegato in più. Insomma, proprio un rifiuto totale! Figurati, in una piccola città come Cuneo, vedersi arrivare un profugo all’epoca nel ’48, non era evidentemente nella mentalità del posto. Comunque era più per il lavoro, anche perché non penso che ci fossero motivazioni politiche, anche perché i miei erano democristiani. 

  1. Miletto, L’esodo istriano, fiumano e dalmata in Piemonte. Per un archivio della memoria, Istoreto, Torino 2013, http://intranet.istoreto.it