Alle elementari dovevamo per forza imparare, doveva andare nelle teste di questi poveri italiani il serbo-croato e siamo anche stati costretti a imparare il cirillico. Adesso il corsivo cirillico non lo ricordo più, ma lo stampatello riesco ancora a leggerlo. Per noi l’ora di croato era come una mazzata in testa, comprendeva anche il cirillico. Noi comunque avevamo una maestra abbastanza brava, che aveva sposato un rovignese, che poi è andato anche all’Accademia dei Lincei… un certo professor Gianni Malusà. La moglie ci insegnava il croato e come noi la vedevamo ci sembrava di vedere il diavolo, quando ci voleva dare una penitenza cominciava col cirillico e ci prendeva gusto. Lei era abbastanza giovane e voleva mostrarsi molto attiva, era una carissima persona, però lei era il nostro incubo.