Quando  per la commissione  alleata sono venuti nel nostro paese a Grisignana,  che era sul confine tra la Iugoslavia e la zona B, che la valle del Quieto faceva da confine,  […] hanno voluto sapere i cognomi,  sono andati in cimitero e sopra le lapidi vedevano i nomi e i cognomi e si  sono resi conto. Dopo sono andati in una  sala grande e parlavano coi rappresentanti comunali, diciamo, e c’erano attivisti titini. […] La commissione dice: “Voglio parlare col primo cittadino”. E allora lui dice: “Ah, in  questo paese qua sono tutti italiani, basta vedere i cognomi e toponimi”. “Ah, va bene” [rispondono] e scrivono. Dopo qualche mese viene una macchina scura, con le tendine. Perché la polizia di Buie, l’OZNA, che era la polizia segreta di Stato, aveva le tendine su Mercedes tedesche che hanno recuperato durante la guerra. Quando vedeva quella, si sapeva già chi era dentro. Arriva una macchina e si ferma nascosta, dietro la prima curva. […] Viene una persona  distinta, domanda di questo Facchinetti… lo hanno chiamato e lui era in canottiera […] non so che scusa hanno trovato, lo imbarcano  sulla macchina e vanno via, verso Levade.  […]  Viene notte e nessuno lo cerca, va dalla milizia, che c’era, ma nessuno sa niente. Poi un pastorello che pascolava in un bosco e ha trovato un sette-otto cadaveri, sotto le foglie. Lo hanno riconosciuto […] sono andati a  prenderlo e lo hanno portato in paese.