Quando il professore di filosofia ha saputo che io ho fatto la domanda per andare via mi ha fatto un mazzo, ma non di rimproveri, di lusinghe! «Ma tu sbagli, perché tu sei del popolo, tu domani sarai questo e quello…». […] Questo… mi balenava delle prospettive, perché ogni tanto mi vedeva sull’asinello che andavo in campagna. Uno studente bravo che andava in campagna era l’ideale del cittadino comunista, no? [sorridendo]. Rappresentavo per lui, nella sua prospettiva…

Gloria Nemec: …una sintesi sublime? [ridiamo]

Emilio Felluga: Sì, veramente! Diceva delle cose giuste, forse, no? Che non si sono verificate per gli altri, però: «Voi siete degli studenti che domani occuperete dei posti. Nella Jugoslavia socialista voi sarete la nuova classe [dirigente]. Tu adesso andrai in Italia, in Italia sono tutti fascisti. Andrai di là, sarai maltrattato, perché tu cosa c’entri, cosa interessa a loro di te? » Cioè, mi blandiva con mille prospettive, che poi non so quanto si siano realizzate per quelli che sono rimasti.

[Emilio Felluga – Gloria Nemec]