[Ester Sardoz Barlessi, i genitori e due fratelli, dopo l’esodo da Pola nel 1946, avevano trascorso un anno a Lerici, da parenti]

Noi abbiamo avuto una storia un po’ particolare. Nel ’47 siamo tornati, perché mio papà moriva per due sassi di Pola! Proprio per nostalgia, ma più che acuta, si sa di tanti che sono morti di crepacuore… così mio papà non se la sentiva. Invece mia mamma non avrebbe voluto tornare, ma lui non sentiva ragioni, dopo magari avrebbe sbattuto la testa nel muro, ma ormai era fatta. Mia mamma era tabacchina, avrebbe avuto lavoro nelle Manifatture Tabacchi, a Lucca o Firenze… lei diceva: ‘Io ho il posto statale sicuro’. Mio papà che parlava un po’ forbito diceva: ‘Io il principe consorte non lo faccio’. Ci sono stati battibecchi forti sul tornare o non tornare! Lui voleva tornare a Pola e basta, con i mobili e con tutto…bisognava decidere se sfasciare la famiglia o no. Così, quando ormai gli inglesi erano andati via, noi siamo tornati. Papà era falegname, era mobiliere proprio, finito e rifinito, e quando è tornato non gli davano lavoro perché dicevano: ‘Prima sei andato via perché reazionario. Adesso per cosa sei tornato? Perché? Per fare la spia per l’Italia?’ Allora era anche senza lavoro. Ha dovuto andar a fare il fuochista per mantenere la famiglia, alzarsi alle tre per le caldaie a legna dove c’era il riscaldamento centrale. E ringraziare Iddio che ha trovato quel lavoro! Abbiamo visto proprio la miseria, non si trovava niente, ma niente di niente, per esempio, per prendere anche mezzo litro di latte dovevi avere le tessere. Allora c’erano ‘D1, D2, D2’ per il latte, che voleva dire per ammalati e bambini, lo prendevano, gli altri niente. Le file duravano quanto volevano! Anche quando non c’erano più le tessere, file ne ho fatte per mio figlio che non potevo allattarlo, fino al ’59 ho fatto la fila per il latte. Noi siamo rimpatriati e siamo stati guardati male… ad esempio c’erano le elezioni o altro e mio papà diceva: ‘Domani, domenica, io vado a pescare’. Perché lui aveva due battanelle, lo diceva sul lavoro, apertamente. Qualcuno allora faceva la spia e avevamo l’UDBA in casa, li vedevi, li riconoscevi subito… dai trench,avevano dei cappotti di pelle. […] Poi non avevamo più la casa. Quando siamo andati via sono venuti altri dentro, però c’erano tante case vuote a Pola che abbiamo trovato subito dove andare, la città era vuota. […] Altri cominciavano a venire in grandi scaglioni, in prevalenza serbi, con le bocche piene di unità e fratellanza… Bratstvo i jedinstvo.