Guido Cace
Ho voluto raccontare Niccolò Tommaseo
(Intervista di Rosanna Turcinovich Giuricin)
Il 28 ottobre alla RAS di Trieste, verrà presentato un video su Niccolò Tommaseo di cui ricorre quest’anno il bicentenario dalla nascita. Il filmato è stato proiettato in anteprima a Peschiera del Garda in occasione del Raduno dei Dalmati svoltosi a fine settembre, e poi alla Camera dei Deputati a Palazzo Marini a Roma.
Perché un video su Tommaseo firmato da Guido Cace?
“Per tre motivi fondamentali – risponde l’autore – perché mio padre era nato a Sebenico, perché nel centenario della morte di Tommaseo, nel 1974, era stato proprio mio padre a far sì che uscisse un francobollo che ricordava la ricorrenza e poi, terzo motivo, per il piacere di parlare di un grande dalmata”.
Guido Cace, Presidente dell’Associazione nazionale Dalmata, (è anche presidente dell’ex municipalizzata ACEGAS di Trieste, arriva da una lunga esperienza nella Federgasacqua di Roma) e questo è il suo terzo video.
“Il primo riguardava le foibe, il secondo la Dalmazia regione dimenticata, ed ora Tommaseo”. Perché questo bisogno di raccontare la sua terra?
“E’ vero, la mia terra. Io sono nato a Roma ma quando avevo pochi mesi mio padre, che era medico, è stato nominato direttore dell’Ospedale della sua città natale, Sebenico, e quindi ci siamo trasferiti in Dalmazia. Il 7 settembre del 1943 la nostra permanenza ha avuto fine con una fortunata e rocambolesca fuga, prima che si scatenasse il finimondo…Comunque, parlare di Tommaseo non è solo un omaggio alla storia della mia famiglia, Tommaseo è un ponte, colui che ha saputo mantenere la propria identità scrivendo sia in italiano che nella parlata dalmata slava, che è riuscito a spiegare l’anima di questa terra combattuta, generosa, incredibilmente ricca di spunti e di conferme”.
Il bicentenario è l’occasione per parlare del suo ruolo e in particolare modo delle sue opere. Ma cosa possiamo dire dell’uomo?
“Un personaggio difficile, direi, ma molto umano. Scontroso, isolato ma anche altruista e riflessivo. Credo si tratti di un chiaro esempio dell’uomo di questa realtà dalmata sospesa, eternamente indecisa se accettare la terra o optare per il mare, con difetti e virtù in continuo contrasto”.
Lei che cosa ha ereditato di queste caratteristiche ataviche?
“La forza e la volontà di creare”.
Il suo trasferimento da Roma a Trieste quali significati assume?
“La direzione di un’azienda che si occupa di servizi pubblici come gas e acqua è l’espressione della volontà della maggioranza politica di una realtà locale. Nel mio caso però sono stato scelto, oltre che per le mie qualifiche tecniche, anche per il legame che mantengo con la realtà triestina e la capacità di capire e interpretare un ambiente di confine e forse spingermi anche più in là, verso i Balcani”.
Cosa che lei aveva già iniziato a fare stando a Roma e che ora continua da Trieste…
“E’ vero, con i rappresentanti dei dalmati di Trieste, abbiamo esplorato la possibilità di contribuire alla creazione di servizi nei Paesi dei Balcani. Abbiamo avviato un dialogo con il Montenegro ma ci siamo focalizzati soprattutto sulla Dalmazia e su Sebenico in particolare. Perché? La mia provenienza a questo punto è solo un caso. Sebenico, infatti, che è stata per decenni un porto della marina militare, durante la recente guerra è stata privata della sua zona industriale, rasa al suolo dai bombardamenti. Ma, per fortuna, non c’è un male senza un bene, e la città si è “risvegliata” libera da impianti inquinanti, pronta ad offrire il meglio all’industria turistica. Sebenico s’affaccia su una baia protetta laddove le acque del fiume Cherca/Krka incontrano il mare che penetra da uno stretto canale d’accesso, è una meraviglia della natura e del Rinascimento nell’arte dalmata. Ci vorrà un po’ di tempo ma la città di Tommaseo è destinata a diventare una meta privilegiata del turismo di qualità”.
Il vostro contributo, quale sarà?
“Far sì che i servizi pubblici – acqua, gas, depuratori, fognature – restituiscano agli abitanti e offrano al turista una città pulita e ordinata, moderna e bella da viverci. Il direttore dell’acquedotto della Contea di Sebenico è venuto in visita a Trieste per prendere visione dei nostri sistemi e impianti. Il suo entusiasmo ci fa ben sperare che insieme riusciremo a portare a termine progetti importanti”.
Il monumento a Tommaseo non c’è più…
“Noi dobbiamo far sì che la gente e le autorità si rendano conto della rilevanza di un personaggio come Tommaseo, rappresentante di quell’anima ricca e generosa della popolazione di queste terre, e decida, se lo vorrà, di onorarne la memoria con una lapide. E’ un progetto che stiamo portando avanti da tempo. Non vogliamo risulti un’imposizione ma l’accettazione di un momento di reciproco arricchimento”.