A mia mamma ha preso il panico, perché questa sua sorella era come una gemella, il panico. E io perdevo i miei cugini fraterni, tutta l’infanzia assieme, panico. Mamma ha detto a papà: ‘Io senza Vera non rimango, andiamo via anche noi’. Papà ha detto che non poteva andare via, che era minacciato,  se andava via era traditore e lo ammazzavano, gli avevano detto che non avrebbe messo neanche un piede in Italia, che lo avrebbero ammazzato prima. Allora ci sono stati contrasti in famiglia, un giorno è volata una pignatta con tutto il cibo, cose che non succedevano a casa mia… Mio papà era diventato muto, dopo queste prigioni e queste umiliazioni che aveva ricevuto era diventato muto, non era più lui. Allora mia mamma ha detto: ‘io vado ad optare’. Sola era andata ad optare! Ed io dicevo: ‘Ma papà quando viene, viene anche lui dopo?’ E lei: ‘Non so, intanto andiamo noi via con zia Vera’. E chiedevo: ‘E papà resta solo? E quando potrà venire? E chi gli farà da mangiare? E chi gli laverà i vestiti? E quando verrà a casa dal lavoro con chi starà? E io non lo vedrò più!?’ Allora mi sono buttata contro di lei: ‘Mamma cattiva! Brutta! Bestia [piangendo]!’ Ho cominciato a tirarla, a graffiarla, a dire: ‘Io starò con papà!’ Allora mia mamma si è presa ed è andata a disnotarse. E un settembre meraviglioso, settembre ’51, che anche Tomizza ha scritto che non erano mai così belle le vigne… qua c’erano serate meravigliose, tutte si sedevano sulle scalette davanti a casa e cantavano, cantavano…tutte canzoni che straziavano il cuore. Tutti avevano inchiodato le casse, la roba pronta… mia mamma che piangeva giorno e notte. La partenza dei miei zii è stata drammatica: mia mamma e mia zia si sono prese così… abbracciate così strette che non si mollavano più, si tenevano con le unghie. E gli uomini: ‘Basta! Basta! – dicevano – Andiamo!’ E loro le hanno divise. Poi tutti feriti, umiliati, tutti come ombre, la contrada deserta, mio papà ancora più silenzioso, pieno di sensi di colpa.