Come da Monfalcone… poi son venuti giù, che poi, poveracci, hanno fatto una brutta fine! Una mia amica aveva il marito che aveva tutti i fratelli in Australia, di qua o di là, tutti fuori, sono andati via subito. Suo marito è finito sull’Isola Calva, perché si chiamava Bottich, poi è arrivato il fascismo e gli ha messo Botti, ma lui poi non ha voluto tornare Bottich. […] È stato all’Isola Calva e sto povero uomo – per tanti anni noi siamo andati làa trovarlo, siamo stati ospiti là – mai ne ha parlato. Solo ultimamente lo ha fatto con me: ne abbiam parlato, si è un po’ sbottonato. E la moglie mi diceva: ti avrà detto qualcosa, ma l’unica con cui ha parlato è sempre stato con me, con nessun altro. Non ha mai parlato di quello che lui ha visto, di cosa ha sofferto e di cosa gli è capitato all’Isola Calva, tutto perché non ha voluto cambiare il cognome.

[Da E. Miletto, L’esodo istriano, fiumano e dalmata in Piemonte. Per un archivio della memoria, Istoreto, Torino 2013, http://intranet.istoreto.it]