Andavamo molto al mare, però non frequentavamo quella parte lì, perché Vergarolla era vicino a Stoia. Stoia era il bagno dell’élite, [mentre] noi andavamo molto a Valcane, noi si andava a Valcane. E quel giorno – con mio marito non eravamo sposati– volevo andare al mare e mio marito mi disse: ah, guarda, non andiamo oggi al mare, lasciamo perdere, io devo stare a casa con mamma e papà, che poi brontolano. Mia mamma – non so perché – si è incavolata e ha detto: vuoi venire? Andiamo al mare io e te. Oltretutto non c’erano bus, andavi a piedi e facevi chilometri e chilometri. E siamo andate a Verudella […] Mi ricordo che abbiam sentito sto grosso botto e diciamo: chissà che diavolo è successo? Poi tornando giù sirene, ambulanze e abbiam saputo di questo fatto. Ancora oggi la faccenda non è chiara di cosa sia stato realmente, la verità [non si sa]. Si sa solo che ci sono stati un sacco di morti e Micheletti il dottore che operava e che c’era, che ha perso due figli lì.

[Da E. Miletto, L’esodo istriano, fiumano e dalmata in Piemonte. Per un archivio della memoria, Istoreto, Torino 2013, http://intranet.istoreto.it]