Maria Mandrussan: “Abbiamo aspettato le opzioni del 1951”
Le opzioni
Abbiamo aspettato le opzioni del 1951. E mi hanno sempre dato… Io ho sei respinti! Perché non volevano che vai via. Io poi ero abbastanza ben vista come lavoro, facevo contabilità. Perché dopo di quelli che son rimasti, c’erano pochi che non erano analfabeti; specialmente di quelli venuti – noi dicevamo– con le ciabatte. Che sono venuti giù ed erano solo del partito, ma essendo del partito ed essendo partigiani, loro comandavano, e poi non sapevano [fare] due più due, e avevano bisogno di noi. E in quell’anno là che ho potuto andare ad optare…Intanto era tutto in segreto: avevano aperto le opzioni però in segreto. Io, grazie a Dio, ho saputo, e come ho saputo io han saputo altri. Andavamo a far la fila alla sera alle nove o alle dieci, per domani mattina alle otto e mezza. Davanti – come la chiamavano– la questura –stavi in fila tutta la notte, quando non venivano i pompieri a bagnarti. Perché hanno aperto a gennaio, e venivano i pompieri con la gomma e ti lavavano tutti e dovevi scappare e dopo, quando tornavi, la fila non era più quella di prima, e allora si picchiavano, si bisticciavano. Lo facevano apposta. E così, sono andata tre notti, e la mattina andavo a lavorare e [in ufficio] mi dicevano: sappiamo che questa mattina sei andata per optare, guarda che se opti ti licenziamo, subito. Il terzo giorno son riuscita a passare in questura e ho detto: adesso fate quello che volete! Però nella mia ingenuità [pensavo]: beh, adesso in un mese o due mi mandano via, mi daranno i documenti e poi che si tengano il lavoro, si tengano tutto!C’erano ancora le tessere annonarie: tutto, alimentari, vestiario…. La prima cosa che mi hanno fatto quando ho optato, mi hanno tolto la tessera, così mia mamma doveva comperare tutto al mercato nero. Poi mi hanno licenziata…Due o tre volte alla settimana mi chiamavano all’UDBA, mi mandavano a chiamare. […] C’era un segretario lì, chiudeva la porta, mi faceva sedere e cosa non usciva da quella bocca! Aparole mi hanno fatto tutto e ancora un po’.
[Da E. Miletto, L’esodo istriano, fiumano e dalmata in Piemonte. Per un archivio della memoria, Istoreto, Torino 2013, http://intranet.istoreto.it]