L’azione anti-Cominform in Istria ha avuto carattere anche anti-italiano, ma c’è stata in tutta la Jugoslavia. Qua in Istria, combattenti nella guerra civile spagnola sono andati a finire in galera, o a Goli Otok, antifascisti dagli anni ’20, dirigenti… A dire la verità con il ’48, i li ga nettadi praticamente tutti e sostituiti con la loro gente, è chiaro? […] Che la direttiva sia venuta dai vertici va bene, ma gli esecutori di questa politica, sono stati gli istriani stessi. Io le posso dire, che membri dell’UDBA, cioè della polizia sono finiti anche dentro, mentre fascisti, collaboratori della questura, italiani, sono diventati poliziotti, cioè udbaši qua a Pola… perché quelli che dovevano pulirsi il passato erano strumenti facili,  potevano farli fare quello che volevano. Entrando nell’UDBA e nella polizia, prima di tutto conoscevano già quelli che erano più di sinistra, in secondo luogo dovevano fare perché la logica era: ‘O te o lui’.

[Da G. Nemec, Nascita di una minoranza. Istria 1947-1965: storia e memoria degli italiani rimasti nell’area istro-quarnerina, Unione Italiana Fiume – Università Popolare Trieste – Università degli studi  Trieste, Centro di ricerche storiche Rovigno, ETNIA vol. XIV, 2012.]