Pietro Tomaz: Certi giovani si mettevano anche nel partito, era meglio che non fare i contadini. Si mettevano con loro perché avevano qualche agevolazione, chi non aveva bisogno di agevolazioni, non si metteva in politica. … La gente della campagna andava alle riunioni del comunismo, come andava alle riunioni del fascismo… ma bisognava lavorare da scuro a scuro… Io andavo perché dovevo andare, come giovane. Quando c’erano queste votazioni, una volta mi hanno messo proprio per Montona e allora avevo solo provato. Ma io non sapevo niente, ascoltavo, capivo qualcosa, ma anche no. Una volta mi sono permesso di alzare la mano per parlare e poi il presidente che c’era, dopo finita la riunione, mi ha detto: ‘Vieni su in ufficio’. Era perché dicevo qualcosa come potevo… non sapevo… invece di parlare, bestemmiavo, e non andava bene, poi sono caduto sulla sedia. Lui mi ha spiegato che dovevo dire cosa desideravo per Montona, non per me, per non so… far riparar una strada, far riparare che so… un palo della luce o cose così. Io non sono più andato. Si prendeva poco, ma si prendevano forse 10 dinari… eh, era già una giornata!
Gloria Nemec: Vi pagavano per andare a queste riunioni?
Pietro Tomaz : Sì! Era come una paga… ma allora non c’era il Comune di Montona, era solo frazione, era tutto sotto Pisino. Allora c’erano i delegati al Comune di Pisino, se volevi fare una strada, un acquedotto a Montona, dovevi andare in assemblea per combattere… ma io dopo non sono più tornato a Pisino in assemblea. Montona sotto l’Austria e sotto l’Italia era uno dei Comuni quasi più grossi dell’Istria, poi l’intelligenza dei montonesi è andata via e sono rimasti solo i contadini e Montona è andata giù in tutto, sono venuti da Pisino, è venuta gente di Pisino a comandare Montona.
[Da G. Nemec, Nascita di una minoranza. Istria 1947-1965: storia e memoria degli italiani rimasti nell’area istro-quarnerina, Unione Italiana Fiume – Università Popolare Trieste – Università degli studi Trieste, Centro di ricerche storiche Rovigno, ETNIA vol. XIV, 2012]