Argia Barbieri: Lo sapevano tutti che c’erano [le foibe]; è piena di buchi l’Istria! Lo sapevano, perché lì dentro hanno trovato di tutto. Non [c’] erano solo fascisti dentro, o per lo meno  quando è successo il fatto di Tito. Era gente che spariva e che non arrivava più a casa. Al mio paese non ci sono stati tanti casi. [Ad esempio]c’è stato il padrone di Bembo – quello del castello – che poi era quello che comandava a Valle e che aveva tanta terra. C’è stato poi un altro segretario politico. Ecco, di quello ne ho sentito parlare da mio cugino, che era piuttosto da quella parte lì, che si diceva che quello lì era finito in foiba per una frase che aveva detto dal balcone, dal municipio: mai più i s’ciavoni a Valle. Non dicevano slavi, li chiamavano s’ciavoni, ed era un po’ dispregiativo. Poi quando sono venuti loro quelli son spariti subito, padre e figlio. Poi un altro signore che mi ricordo e altri no. Comunque noi delle nostre famiglie no, nessuno. 

Miletto, L’esodo istriano, fiumano e dalmata in Piemonte. Per un archivio della memoria, Istoreto, Torino 2013, http://intranet.istoreto.it