Bisogna dire che quando si veniva via di lì si aveva la sensazione di un taglio netto, definitivo. Cioè, non è che si poteva ritornare…[…] Se si partiva, si partiva. Era per sempre. Tant’è vero che anche mia nonna che aveva parenti, non hanno mantenuto rapporti. Agli occhi dei bambini la partenza era: abbiamo perso la guerra, abbiamo perso una regione e quindi si va via. Nei giorni dell’esodo, si cantava il Và pensiero. Si andava tutte le sere in piazza e c’erano questi assembramenti, direi pacifici, unicamente per esprimere la tristezza. Erano canti per indicare la malinconia di un popolo. Lì c’era rassegnazione, per quello che io penso.

[Da  E. Miletto, Istria allo specchio. Storia e voci di una terra di confine, FrancoAngeli, Milano 2007]