Silvano Venier: “Loro sono andati via nel ’49”
Partire / restare
Noi figli eravamo in quattro, due maschi e due donne: io ero in mezzo, poi c’era una sorella del ’28 che è andata in Toscana, ma non si sa niente di lei, mio fratello del ’20 poi è andato in Germania. Loro sono andati via nel ’49, sono andati via col treno, tutti via, siamo rimasti solo io e la sorella più vecchia, che mi dava da mangiare e mi lavava la roba. Cosa vuole, così è la vita. Volevano che andassi anche io via con loro, avevano insistito. Ma io non volevo andare via perché volevo restare pescatore. Quella volta si viveva abbastanza bene, si pescava, non mi interessavo di politica, avevo il mio mare. Il resto non lo so… era tutto disunido…
Era che mia mamma lo aveva convinto[mio papà]: ‘Magneremo pan bianco là’, diceva lei. Sì! Pan bianco… ti ga magnado ti povero! Hanno patito che neanche le bestie, anche lo maltrattavano come fascisti e gli dicevano che poteva restare a casa sua.