
Ingresso al monumento della foiba di Basovizza
Una parte degli scomparsi venne gettata nelle foibe, sovente senza nemmeno un procedimento sommario; molti invece morirono nelle carceri e nei campi di deportazione jugoslavi in Croazia e in Slovenia. Spesso, invece, con il termine foibe si è inteso comprendere tutti gli scomparsi italiani di quel periodo, anche quelli la cui sparizione è avvenuta per cause diverse (dispersi, deportati nei campi di concentramento tedeschi, morti durante gli scontri tra fascisti e partigiani). Di conseguenza, se per il 1943 il computo delle vittime va dalle 500 alle 700 unità, per il 1945 invece, a seconda delle interpretazioni, le cifre variano dalle poche migliaia (4.000-5.000) a oltre una decina di migliaia (10.000-12.000). Tristemente note rimangono le foibe di Vines, vicino ad Albona, e quella di Basovizza, nelle vicinanze di Trieste, divenuta monumento nazionale italiano.