[A Cittanova, all’ inizio del gennaio 1948, si verificarono manifestazioni, requisizioni ed espulsioni di italiani; le dichiarazioni giurate raccolte dal CLN dell’Istria riferiscono di irruzioni fatte casa per casa e intimazioni alla partenza entro 24 ore, abbandonando tutti gli averi. I provvedimenti colpirono soprattutto donne e familiari rei di avere un parente a Trieste, occupato nella polizia civile. Dalla cartella clinica di un quarantenne, ricoverato nel febbraio dello stesso anno]

 “Divenne smanioso, sentiva che aprivano la porta per venirlo a prendere. Urlava spaventato: ‘lasciatemi assassini’! In queste ultime notti inquieto e insonne”.

[Dimesso, Marco fece ritorno a Cittanova, ma a metà novembre dello stesso anno ricomparve chiedendo di essere ospedalizzato] “Ha paura, altro non dice, chiede di essere internato perché qui si sente più al sicuro. Per il resto appare sano, lucido, orientato, con stato di nutrizione buono”. [Alle successive osservazioni comparvero] “idee deliranti e persecutorie,  sottoposto a 10 sedute di elettrourtoterapia.” 

Dimesso nei primi mesi del 1949, si stabilì definitivamente a Trieste. 

[Da G. Nemec, Dopo venuti a Trieste. Storie di esuli giuliano-dalmati attraverso un manicomio di confine 1945-1970, Circolo Istria – 180 Archivio critico della salute mentale, Ed. Alphabeta Verlag, Merano 2015].